Spider-Man: Il Regno o se preferite, Spider-Man: Reign di Kaare Andrews. È una storia che ormai fa parte dell’immaginario collettivo del personaggio. Avete presente quella storia in cui Spider-Man è invecchiato? No? Questo fumetto ha incuriosito anche me quando la vidi per la prima volta negli scaffali della fumetteria. I miei amici me la regalarono per il mio compleanno e non vedevo l’ora di leggerla. Ma perché è una storia controversa? Vi racconterò la mia opinione a riguardo! Ci saranno SPOILER!
Siamo in uno dei tanti futuri alternativi dell’universo Marvel. Sono passati 35 anni, tutti i supereroi che conoscevamo sono scomparsi, non ci viene spiegato come ma davvero avrei voluto saperlo. New York è sotto il controllo di un regime totalitario, il Regno, che governa la città e controlla ogni aspetto della vita dei cittadini in modo compulsivo e ossessivo. Con una forte forma di abuso di potere la polizia picchia un gruppetto di ragazzini che prova solo ribellarsi. In questo contesto Peter Parker è depresso, ha appeso il costume al chiudo e lavora per un fioraio, (ma solo per una pagina del fumetto). Il Regno e il suo sindaco Waters sono in fermento per il lancio di un nuovo sistema di sicurezza che avrebbe lo scopo di tenere ancora più sicura la città da eventuali attacchi di super uomini e futuri attacchi terroristici. La Ragnatela (Webb), una barriera a base di laser che circonderà la città proteggendola da ogni eventuale attacco. Ma non tutto è come sembra. Ragnatela è solo la punta dell’iceberg. È in realtà un piano architettato da Venom per sigillare New York e usare i cittadini per creare un esercito di simbionti (questo potrebbe aver ispirato il videogioco Spider-Man il regno delle ombre). Con l’aiuto di un vecchissimo Jameson, Peter ritornerà sui passi e affronterà il Regno e Venom salvando la città riabbracciando le sue responsabilità dimeticate di Spider-Man.
Tutto ha inizio nel 2006, l’Italia vince i mondiali di calcio ma soprattutto è un anno stellare per la Marvel Comics. Sotto l’occhio vigile di Joe Quesada e Axel Alonso, entrambi editor in chief della Marvel a partire dagli anni 2000. La casa delle idee stava riscuotendo in quegli anni un grandissimo successo. Il fumetto più venduto in assoluto quell’anno fu “Civil War #2” con ben 253,900 copie vendute. Sempre nel 2006 sulle pagine di Amazing Spider-Man (#533) Peter si smaschera davanti al mondo intero. Insomma, impazza la Civil War mania. In particolare, grazie a Quesada furono lanciate delle linee che entrarono di prepotenza nei cuori di tutti i lettori Marvel senza abbandonarli mai più. La linea Ultimate ambientata in un universo alternativo rispetto a terra 616 con nuove versioni degli eroi più famosi. Presentava un retelling delle loro avventure in chiave moderna. L’etichetta MAX, un contenitore con storie indirizzate principalmente a un target adulto e infine l’etichetta Marvel Knights dove gli autori coinvolti si concentravano nel produrre storie standalone al di fuori della continuity e gli stessi autori erano stimolati a sperimentare il più possibile. Questa in realtà fu la prima etichetta delle tre ad essere lanciata da Quesada, con lo scopo di risollevare la Marvel dopo che aveva quasi sfiorato la bancarotta negli anni 90. L’etichetta Marvel Knights fu lanciata nel 1998 ed ebbe un successo enorme, proponeva delle serie più o meno lunghe con protagonisti gli eroi Marvel ma anche mini-serie limitate. L’etichetta rimarrà attiva per 15 anni, cessando la sua attività solo nel 2013. Ed è proprio sotto questa nuova etichetta che nascerà Spider-Man: Il Regno.
Spider-Man: Il Regno è una mini-serie limitata pubblicata dalla Marvel dal dicembre 2006 al marzo 2007. La serie si compone di quattro episodi. È stata scritta e disegnata interamente da Kaare Andrews. Okay il meme the Art and The Artist. Ma conosciamo un po’ il suo autore. Kaare Kyle Andrews nasce nel 1975 in Canada. È un fumettista e regista. Sì, di recente si è buttato anche sul cinema, dirigendo film d’azione. Ma questo aspetto non ci interessa ora. Parliamo di fumetti. È un disegnatore versatile, camaleontico, ecclettico, sperimentale, è in grado di disegnare con stili davvero molto differenti tra loro. Disegna con uno stile cartoonesco con ispirazioni ai manga, e molte volte sperimenta anche con il computer e con il fotorealismo. Se prendessimo due fumetti disegnati da lui, fidatevi, non sembrano disegnati dalla stessa persona. Pazzesco. Incredibile, ma vero. Le sue ispirazioni sono Frank Miller, Todd McFarlane, Jim Steranko e Will Eisner. Il suo stile è il risultato della sua carriera molto varia. Perché lui nasce come fumettista indie. I suoi primi lavori sono fumetti indie. Ha fatto parecchia gavetta.
Prima di lavorare per la Marvel Andrews debutta (Disegna) su the Writers' Bloc Anthology, una serie a fumetti autoprodotta diretta da Shaun Behrens (è un professore che insegna scienze sociali in Omaha in una scuola superiore) che conta 4 numeri annuali dal 1997 al 2000 e due speciali: Victoria Tech Special#1 e ShadowLand Special #1. Su questa breve rivista disegna storie brevi, nello specifico si occupò dei disegni di THE GNAT (il moscerino), una storia scritta dallo stesso Shaun Behrens nel primo e nel secondo numero della rivista. Nel terzo numero disegna una storia sempre di Shaun Behrens chiamata KIRIN: BATTLEGIRL. Mentre ho trovato facilmente il sito web di questo fumetto, dove ormai 27 anni fa era possibile acquistare i numeri, online non c'è traccia di questa serie autoprodotta né dei primi disegni di Kaare Andrews che speravo di vedere. Però ho trovato online una recensione di THE GNAT (1998) e viene descritto lo stile di disegno di Kaare Andrews.
“La storia è su un uomo in grado di diventare molto piccolo (il moscerino appunto). Suo padre è una specie di scienziato pazzo del governo che gli ha dato questa abilità e ora vuole ucciderlo. La storia è carina, ma i dialoghi e il ritmo sono esagerati e inverosimili. I disegni di Andrew sono adorabili e mi ricordano lo stile di disegno cartoonesco delle Avventure di Batman della DC. Anche se alcune vignette sono difficili da leggere. Penso che quello che mi ha colpito veramente siano le scene di sesso (SAXO) che erano ben eseguite ma sembravano totalmente ingiustificate.”
Andrews è il fondatore di Oktomica Comics che ha vita breve (dal 1998 al 1999). Ha disegnato il fumetto Wonderlanders #1 e #2 (1999) (solo disegni) (script di Casey Lau) una serie what if/crossover rimasta incompiuta che risponde alla domanda cosa accadrebbe se le favole crescessero? Dopo ha lavorato per l’image comics sulla serie Intrigue (numeri #1 e #2) (solo disegni) (script di Howard M. Shum).
Il suo primissimo lavoro in Marvel è su Before the Fantastic Four: Ben Grimm and Logan. Una mini-serie limitata what if con protagonisti Logan e Ben Grimm (solo disegni) (script di Larry Hama). Ma è su Spider-Man che lo vediamo per la prima volta all'opera come scrittore oltre che come disegnatore per la serie antologica Spider-Man's Tangled Web (2001 - 2003). Una serie davvero carina che si concentra sui personaggi secondari che popolano le storie di Spider-Man. Andrews si occupa del #10 della serie. Scrive e disegna una storia chiamata “Ray of light” (raggio di luce). Ecco la trama in breve: i protagonisti sono due fratelli. Il più piccolo guarda un cartone animato in TV di un supereroe e si trovano a litigare sulla vita, il grande gli dice che quando diventerà grande i supereroi non lo salveranno e dovrà cavarsela da solo (triste ma vero?) dopo i due fratelli si troveranno coinvolti in uno scontro tra Spider-Man e Electro che distrugge la loro casa. Rischiano la morte e questo ha un effetto catartico, il grande difende il fratellino da Electro e alla fine della storia fanno pace. La storia di per sé è carina. Un one-shot di 20 pagine non lascia molto spazio di manovra. Lo stile di disegno è molto particolare, fotorealistico (simile ad Alex Ross in Marvels), come se fossero dei dipinti, con i disegni realizzati in digitale, con l'uso del PC, molto fighi per l’epoca in cui uscì il fumetto. Da qui in avanti la Marvel continuerà a dargli fiducia.
Come parte del progetto Marvel Mangaverse gli affidano di rivisitare Spider-Man per quell’universo. Il Mangaverse è un universo Marvel alternativo dove tutti gli eroi Marvel sono disegnati con uno stile “manga”. Non ebbe molto successo, oggi è stato abbastanza dimenticato. Quindi nel 2002 scrive e disegna un one-shot di una ventina di pagine dove racconta le origini di questa versione alternativa di Spider-Man. Peter fa parte del clan del ragno, quando suo Zio Ben viene ucciso da Venom che in questa versione è il figlio di Ben, Peter deciderà di mettere in pratica quello che ha imparato per cercare di sconfiggere suo cugino e vendicare suo zio. E qui già abbiamo un assaggio di quello che sarà il Regno, sebbene senza i toni troppo dark. Storia carina, rivisita il mito di Spider-Man in chiave manga. Anche questa è una storia breve. Ah e compaiono Venom e Kingpin, che utilizzerà entrambi in Spider-Man: Il Regno. Sempre per la wave Mangaverse Spider-Man scrive Spider-Man: legend of the Spider-Clan (disegnata da Skottie young agli albori) è una mini-serie di 5 numeri (dicembre 2002 - aprile 2003) che continua la storia iniziata in quel one shot.
Com’è come scrittore? … Meh Ne riparliamo dopo vabbè che è meglio. Nel 2004 disegna la mini-serie Spider-Man/Dottor Octopus anno uno, un fumetto che racconta le origini e l’infanzia di Dock Ock (scritto da Zeb Wells tra l’altro), sì proprio lui. E finalmente arriviamo al 2006, Andrews disegna Spider-Man: Il Regno. La sua prima grande storia come scrittore e disegnatore. Sempre su Marvel Andrews ha disegnato altri numeri come Wolverine, X-Men, Avengers VS X-men. Raramente ha ricoperto di nuovo il ruolo di sceneggiatore. Ha scritto e disegnato la serie di Iron Fist come parte del rilancio Marvel Now. E ha disegnato tantissime cover per fumetti Marvel. La copertina che ha disegnato per il #29 di Peter Parker: Spider-Man è stata di ispirazione per Sam Raimi per l’iconica scena del bacio tra Peter e MJ.
A quanto pare, l’idea di scrivere una storia come Spider-Man: Il Regno solleticava Andrews da tantissimo tempo prima del 2006, anno effettivo di uscita del primo numero della mini. Andrews stesso ammette di aver impiegato sei anni per stendere tutta la storia. Sembra che l’idea gli sia venuta prima dell’11 settembre (lo ha detto lui). Da quando ha pensato alla storia molte cose sono cambiate e quel mondo distopico del futuro a che lui aveva immaginato con quel regime totalitario non era più tanto lontano dalla realtà, faceva riferimento all’attentato naturalmente. Andrews racconta di aver proposto la sua idea ad Axel Alonso subito dopo aver scritto e disegnato la sua storia per Spider-Man’s Tangled Web. Da allora ha iniziato a lavorarci, sebbene in maniera discontinua e sia stato distratto da altri progetti. Ma la storia è rimasta sempre con lui, a un certo punto ha realizzato che l’unico modo per liberarsene era disegnarla. Pensò a quattro numeri di 36 pagine ciascuno, questo gli avrebbe permesso di raccontare una storia di più ampio respiro. Scelse di utilizzare i suoi personaggi preferiti, quelli delle storie classiche, Peter, Jameson, Zia May, Mary Jane. Si chiese cosa sarebbe successo a questi personaggi se fossero passati 35 anni. Avrebbe regredito il personaggio di Peter, il dolore, il fallimento sarebbero stati gli aggettivi che avrebbero descritto il suo Peter Parker/Spider-Man anziano. Mentre come villain scelse Venom e un politico (molto attuale).
Sarebbe stata una storia cruda, avrebbe raccontato la violenza, la perdita e il dolore. Avrebbe affrontato le conseguenze del mondo reale. Per questo scelse di far pubblicare il fumetto sotto l’etichetta Marvel Knight. Creò una storia per lettori adulti. Pensò di ideare una storia di Spider-Man cruda, buia e profondamente diversa dai cartoni e dai fumetti pieni di luce con cui lui era cresciuto e che già esistevano sullo stesso personaggio. Pensò di creare qualcosa di diverso con Spider-Man come protagonista. La storia sarebbe stata fuori dalla continuity e ambientata in un universo alternativo, un mondo di sua invenzione. Il potere e la responsabilità sarebbero stati i temi principali. Per quanto riguarda lo stile di disegno decise di omaggiare lo stile dei fumetti degli anni 80 con influenze moderne. Prese molto dagli anni 80 in quanto in quegli anni si avvicinò per la prima volta ai fumetti. Con l’utilizzo del computer i disegni e i colori di Spider-Man: Il Regno sono unici. Ma la storia…? A livello della storia si chiese, cosa accade a un uomo che scorda la lezione più importante della sua vita? Cosa accade a una donna che sposa un uomo con un sangue radioattivo? (HELP) Cosa accade al direttore di un giornale in un mondo in cui spopola i telegiornali? Cosa succede quando una città dimentica le proprie responsabilità? Cosa succede quando mentiamo alle persone che amiamo? E quando mentiamo a noi stessi? Troppe, troppe, domande. Perché?? Questa domanda?? “Cosa accade a una donna che sposa un uomo con un sangue radioattivo?” È una domanda che davvero nessuno si è fatto e nessuno voleva conoscere la risposta. Mise davvero tanta, tantissima carne al fuoco (ehh purtroppo).
Quindi Kaare Andrews diede il massimo alla storia e i disegni, curò ogni aspetto del fumetto, dalla storia al ritmo, dai disegni ai baloon, era il suo progetto più grande, il fumetto dei suoi sogni, e fu così che arrivò il dicembre del 2006 e Marvel Comics pubblicò negli States il primissimo numero di Spider-Man: Reign. La serie continuò per 4 numeri fino a marzo 2007. Da noi in Italia il fumetto sarebbe arrivato l’anno dopo, nel 2007 con Panini Comics che stamperà direttamente tutta la serie nella collana collezione 100% Marvel. E tutt’ora è stato ristampato in tanti formati e edizioni diverse.
Spider-Man: Reign quanto ha venduto? Ha avuto successo? Il 12 dicembre 2006 la Marvel annuncia che il primissimo numero della prima ristampa è andato esaurito dopo pochissimo tempo. Quindi direi di sì. Tra i 300 fumetti più venduti nel mese di dicembre 2006, si posiziona alla posizione 44 con 46 mila copie vendute (venduto al prezzo di 3,99 dollari). Per curiosità sono andato a vedere anche quanto hanno venduto gli altri numeri in madre patria. Il numero 2 ha venduto 56 mila copie e si trova alla posizione 29 (sale) è il numero più venduto, chissà perché. Il numero 3 ha venduto 46 mila copie e si trova alla posizione 43. Il numero 4 ha venduto 48 mila copie e si trova alla posizione 47. Certo, non ha i numeri di Amazing Spider-Man che a marzo 2007 si trovava al terzo posto con 137 mila copie vendute. Iniziava la storyline Back In Black. Ma comunque si trova tra i 50 fumetti più venduti, ogni volta, quindi sì, ha avuto un discreto successo commerciale. Complice anche la pubblicità fatta da Marvel che paragonava la storia al ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller.
“Non ne sono certo. Forse, Spider-Man è troppo prezioso. Se amate il personaggio almeno quanto me, forse non dovreste vedere cosa gli farò perché lo costringerò a sottomettersi. Gli porterò via tutto quello che ama e non glielo ridarò più. Gli darò dolore e umiliazione. Affronterà il peggio e fallirà. No, forse non dovreste comprarlo. Forse dovreste guardare altrove e leggere qualcosa di divertente. Guardatevi una commedia romantica o qualcosa del genere. Perché non sono interessato nell’accontentare una particolare fanbase o incontrare le aspettative di qualcuno. Questa è la mia prova su un personaggio con cui sono cresciuto, un personaggio che amo e sto mirando dritto tra gli occhi.” – Kaare Andrews su Spider-Man: Reign
Questa storia è strana. Sui disegni non ho nulla da dire, sono bellissimi ma la storia… non so davvero dire se l’ho trovata brutta. Sicuramente è controversa. Se facessi una lista delle storie più brutte che ho letto di Spider-Man forse la metterei all’ultimo posto. Vabbè andiamo per ordine. Con l’avanzare della lettura scopriremo che Peter ha strane e inquietanti visioni di MJ, morta da anni, poverina. In particolare, Peter vive con i sensi di colpa convinto che sia stato il suo liquido seminale radioattivo ad averla uccisa… ma quanto è brutta questa cosa? Possibile che l’abbia scritto davvero? Ma soprattutto, possibile che sia stata approvata? Perché mi fate questo? MJ poteva morire anche per altri motivi, magari non è riuscito a salvarla da un incidente o per uno scontro con un cattivo, spoiler si sarebbe sentito in colpa ugualmente perché è Spider-Man, ha le sue responsabilità con i suoi poteri, perché ogni volta che Spider-Man vince, Peter perde. Invece no, sp***a radioattivo. Ottimo. Questo fumetto viene ricordato principalmente per questo. Nella prima tiratura del numero uno della mini-serie c’era una vignetta che è stata soprannominata dal web “nude panel.” La vignetta mostrava Peter Parker per la prima volta in assoluto nei fumetti, completamente nudo, seduto sul suo letto. Nella seconda ristampa questa vignetta è stata modificata e alcune parti sono offuscate. Meglio così.
La filastrocca all’inizio della storia non mi è piaciuta. Secondo me stona con la scena, dato che all’inizio stiamo seguendo quello che fanno i bambini. Non capisco perché mentre combatte ha quei pensieri astratti. Davvero pensi cose del genere mentre combatti? Sei in pericolo di vita! Poi perché i suoi pensieri sembrano scritti da William Shakespare. Ho avuto difficoltà a comprenderlo. Com’è che ogni dialogo devo leggerlo 5 volte? Troppe metafore e similitudini, a volte si dice less is more. I dialoghi sono scritti male e sono incomprensibili. Non si capisce nulla a volte! Meglio essere diretti e arrivare dritti al punto. È un fumetto, non è un romanzo in prosa, quindi ci sono i disegni che sostituiscono le descrizioni che invece sono presenti nei romanzi in prosa e che sono giustamente necessarie per permetterci di visualizzare la scena. Mentre nei fumetti la scena già la vediamo, quindi non ha senso metterci delle parole e descrizioni che interrompono il flusso della narrazione e lasciano il lettore confuso. E poi come si è insediato il Regno? Tutti i supereroi sono scomparsi ma dove sono finiti? Possibile che non ne sia rimasto nemmeno uno in grado di mettere K.O. questi poliziotti comuni? Okay Venom è solo cattivo sembra che abbia fatto tutto questo perché si sentiva solo ed è diventato molto molto feroce e affamato. In passato non era un santo. Perché basta usare colori più scuri per fare una storia di Spider-Man cupa, matura, violenta. Ah giusto, non solo quello. Spider-Man con il costume nero. Nel complesso una bella idea, interessante ma ritengo sia stata sviluppata male. Terminata la lettura mi sono sentito confuso e con un gran mal di testa.
Ma ho trovato anche delle cose belle. I disegni come ho già detto sono fighissimi, lo stile è davvero molto particolare. Sono in digitale e gli sfondi in 3D. I colori sono molto azzeccati e danno un’atmosfera molto dark. La storyline dei bambini che provano a ribellarsi al Regno è la parte migliore del fumetto. Sarebbe stato fighissimo se il punto di vista della storia fosse stato quello della figlia dell’uomo sabbia. Io avrei reso i ragazzi i veri protagonisti del racconto. Ho apprezzato molto anche il redesign dei sinistri sei. Dock Ock che è un cadavere con le braccia è figo e terrificante allo stesso tempo.